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Il titolo della mostra Bad Dream, letteralmente incubo, mi è stato suggerito dall'artista stesso qualche mese fa quando mi presentò il suo progetto mandandomi una cartella via email così nominata, composta da un testo che raccontava in sintesi il nuovo ciclo e da una serie di lavori già conclusi. Prima di leggere la spiegazione poetica, guardo le immagini. Conoscevo già Zino, l'artista, seguivo lo sviluppo del suo lavoro ed ero ansiosa di vedere i risultati della sua ricerca. Immediatamente mi sono chiesta: «Perché Bad Dream? Dove sta il brutto sogno in opere che di primo impatto visivo, con il colore sgargiante di cui son fatte, appaiono piuttosto il corrispettivo del tripudio di una fantasia lisergica? E perché incubo se i soggetti rappresentati sono tutti provenienti dalle migliori pagine di storia dell'arte?».